T-SHIRT WUNDERCAR
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La Ford Capri Zakspeed è una di quelle vetture, che hanno avuto una aurea particolare, un fascino irresistibile a cavallo tra gli anni ’70 ed ’80.
Probabilmente il suo sex appeal consiste nel fatto che da una vettura di serie molto diffusa, la Zakspeed tirò fuori un qualcosa di mostruoso e incredibilmente aggressivo. Se la Capri di serie, che abbiamo trattato di recente, aveva nelle versioni base meno di 60 CV, questa cugina supervitaminizzata toccò, nel suo massimo splendore, i 600 CV.
Avendo chiuso in seguito alla crisi energetica il reparto corse di Colonia, che aveva schierato con successo le Capri nell’europeo turismo, la Ford dovette per forza affidarsi ad un preparatore esterno per dare l’assalto al DRM (Deutsche Rennsport Meisterschaft), il campionato turismo tedesco di allora...
Ford cercava un preparatore esterno: scelse Zakspeed
La scelta del partner non poteva che ricadere sulla Zakspeed, l’atelier di Erich Zakowski che aveva vinto dal ’72 (anno inaugurale) al ’76 tutte le edizioni di questo campionato, la prima con la Capri e le altre con la Escort.Progettazione e realizzazione della Capri da corsa venne affidata ad un'azienda esterna: la Zakspeed
Dal ’77 il DRM segnò una svolta regolamentare, consentendo la partecipazione alle potenti vetture Gruppo 5, caratterizzate da ampia libertà regolamentare, dividendole in due categorie: la Divisione 2 per vetture fino a 2000 cc e la Divisione 1 fino a 4000cc (con moltiplicatore 1,4 per i turbo).
La Ford riteneva che partecipare a questa serie, molto seguita dal pubblico, potesse rilanciare l’immagine in Germania della Capri, in difficoltà di vendite nonostante il recente restilying.
Fino a 2.000 cc
La decisione fu quella di competere nella classe fino a 2000 cc, con un propulsore sovralimentato; siccome per regolamento il motore doveva essere di derivazione di serie, si partì dal vetusto quattro cilindri 1600 cc “Kent”, diminuendone la cilindrata a 1427cc e dotandolo di doppio turbo KKK, Intercooler Garret, iniezione Bosch e testata a 16 valvole. Il lavoro di elaborazione, che portò la potenza massima di questa prima versione a circa 380 CV (modificabile con un turbo boost dal pilota) non fu, come ci si può immaginare, semplice...e la Capri incontrò alcune rotture spettacolari nelle prime gare. Problemi risolti comunque abbastanza velocemente, grazie anche al passaggio dalla soluzione biturbo ad una unica turbina più grande. Con un evoluzione continua, il motore 1400 arriverà nel 1980 a superare i 450 CV!
“Il lavoro di elaborazione, che portò la potenza massima di questa prima versione a circa 380 CV (modificabile con un turbo boost dal pilota) non fu, come ci si può immaginare, semplice...e la Capri incontrò alcune rotture spettacolari nelle prime gare”
Nulla era di serie
Il telaio non aveva nulla a che spartire con quello di serie, ricostruito a gabbia di tubi di alluminio, ed il pilota era posizionato quasi al centro per una migliore distribuzione dei pesi. Il corpo vettura era totalmente rivisto per assecondare la messa a terra dei cavalli, con enormi gomme e largo uso di alettoni studiati in galleria del vento.
Assieme alla ricerca di potenza, si lavorò in maniera maniacale per ridurre il peso: il regolamento prevedeva che la parte centrale del telaio dovesse essere di serie; rispettato questo parametro, alla Zakspeed sostituirono tutto il possibile con Kevlar (le portiere ad esempio pesavano il 30% di quelle di serie), alluminio e titanio. Anche le sospensioni, che mantenevano per regolamento lo schema originale, furono interamente riviste, puntando alla massima leggerezza. Perfino i cavi della strumentazione furono sostituiti con ricorso a sottili materiali di derivazione aeronautica. Tutto questo lavorò fruttò un responso della bilancia di soli 790 kg.
Fu soprannominata Wundercar
Nel 1978 la “Wundercar”, come la definì la stampa, debuttò a fine stagione, vincendo l’ultima prova al Nurburgring, dovè girò in 7’44”, 25 secondi più veloce della Capri che correva il campionato europeo turismo. Nel 1979 la vettura si aggiudico con facilità il titolo in Divisione 2 con Hans Heyer (altri piloti erano Ertl e Quester), ma nella classifica assoluta , che teneva in considerazione il migliore punteggio acquisito nelle due categorie, fini dietro la Porsche 935 di Stommelen, che in Divisione 1 vinse tutto, non avendo di fatto avversari (mentre la Capri trovava valida opposizione da parte delle 320 Turbo Schnitzer).
Ludwig dimostrò che la Capri Zakspeed era capace di grandi vittorie